23/01/2017

Liberland: da Grillo a Trump, in cerca di riconoscimento

Negli ultimi mesi, Liberland – micronazione fondata nel 2015 tra Serbia e Croazia da Vít Jedlička – sembra molto attiva.

A inizio dicembre 2016, una targhetta in ottone apparsa nientemeno che sul cancello di casa del leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo recitava “Ambasciata Italiana Liberland”.
Jedlička e soci non ne sapevano nulla, a quanto pare, ma sono corsi subito a pubblicizzare la notizia su Facebook. Un leader politico che supporta la causa: Liberland è da mesi in cerca di riconoscimento e ogni segnale di questo genere va colto al balzo.

Il 17 gennaio 2017 un altro fatto importante: il parlamento croato sta discutendo di immigrazione, ed ecco che nell’intervento del deputato Ivan Pernar viene introdotta la vicenda di un immigrato molto particolare: Vít Jedlička, giunto a fondare la propria nazione in una “terra di nessuno” ma arrestato ed espulso dai croati.
Pernar ha anche letto una lettera indirizzata dal “Presidente” Jedlička al parlamento della Croazia.

Ma il colpaccio è stata la partecipazione in massa alla cerimonia di insediamento del nuovo Presidente degli Stati Uniti: il 19 gennaio sulla pagina Facebook di Liberland fanno bella mostra degli eleganti inviti con stemmi dorati tra i quali fa capolino una foto di Donald Trump. I cartoncini, una ventina circa, sembra siano stati procurati da amici americani: “Ci sarà una grande delegazione di cittadini di Liberland alla cerimonia inaugurale di Washington questa settimana!”.

I fan sembrano divisi: “per quale motivo?” – chiede qualcuno nei commenti – “Per applaudire un uomo che rappresenta tutto ciò che noi libertari disprezziamo?”. La preoccupazione è che l’anarchica Liberland – che afferma di avere 400.000 domande di cittadinanza da tutto il mondo, anche se fisicamente lo stesso Presidente non ha accesso regolare al territorio reclamato – vada ad asservirsi a leader mondiali che rappresentano l’establishment, invece di proporre un’alternativa.
Altri invece sembrano aver capito lo spirito di questa iniziativa: Liberland ha bisogno di riconoscimento internazionale; e Trump è un personaggio atipico: per alcuni inesperto e pericoloso, per altri “uomo forte” che rappresenta il cambiamento.
Comunque lo si veda, “The Donald” potrebbe comportarsi in politica estera in modo talmente imprevedibile da essere aperto ad appoggiare la causa della micronazione dell’ex Jugoslavia.
Ancora tra i commentatori di Facebook qualcuno scherza: “Forse potreste convincere Trump a riconoscere Liberland presentandovi come un paradiso fiscale”. Una battuta, ma fino a un certo punto.

Nel frattempo, il gruppetto di liberlander in gita a Washington scatta e pubblica fotografie sui social network, va in pellegrinaggio alle dimore dei presidenti James Madison e Thomas Jefferson, in Virginia (e descrive come “jeffersoniana” la politica estera di Trump, che sarebbe vicina al motto “Vivi e lascia vivere” adottato dalla micronazione).
Addirittura afferma di avere “amici di amici” nel gabinetto del nuovo Presidente USA: di certo, Jan Fijor, rappresentante di Liberland per la Polonia, ha firmato personalmente un contratto con Trump, avendo pubblicato l’edizione polacca dell’ultimo libro del tycoon.
E tutto questo ha meritato anche l’onore di un articolo sul Washington Post.

Su Facebook, uno scatto mostra Jedlička insieme a Zdenek Gazda, autore del discusso video pubblicato su Twitter l’11 settembre 2016 in cui una Hillary Clinton apparentemente debole e forse malata viene sorretta da diverse persone ed aiutata a entrare in macchina. Il breve video di Gazda, supporter di Trump, viene da alcuni indicato come uno dei fattori della sconfitta della Clinton.
Chissà se incontri del genere e amicizie altolocate (o presunte tali) aiuteranno davvero la causa di Liberland: micronazione certamente bizzarra, ma non meno di tante altre che l’hanno preceduta.

Nota: la foto della targa è tratta dal sito dell’agenzia ANSA mentre le altre immagini sono tratte dalla pagina facebook di Liberland.

Tematiche: micronazioni Scritto da Nicola Battista alle 12:08.

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