24/12/2016

Natale sulla piattaforma

Mezzo secolo fa, nel dicembre 1966, la famiglia Bates occupava la fortezza marittima Roughs Tower, inizialmente con l’intenzione di proseguire l’attività di emittente radio “pirata”, e in seguito decidendo di trasformarla in qualcosa di radicalmente diverso: uno stato indipendente.

Dopo essere stato condannato in tribunale per trasmissioni abusive nel novembre del 1966, perché la sede utilizzata era all’interno delle acque territoriali britanniche, l’imprenditore Paddy Roy Bates si mobilitò per il recupero delle attrezzature e il trasferimento della sua emittente, Radio Essex/BBMS, su un’altra piattaforma ex militare, Roughs Tower, situata invece in acque internazionali.

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La piattaforma attirava anche le mire di un concorrente, Radio Caroline di Ronan O’Rahilly che pare avesse tra i potenziali investitori nomi quali Mick Jagger e George Harrison, e che aveva messo persone di sua fiducia sul forte già nell’agosto 1965.

Alla vigilia del Natale 1966, però, Roy Bates salì a bordo del fortino e ne prese possesso, sottraendolo a O’Rahilly.

Secondo lo storico Frank Turner, nella notte del 24 dicembre 1966 Roy, il figlio Michael (che aveva 14 anni) e altri tre uomini si diressero su Roughs Tower. I cinque ebbero gioco facile nell’abbordare e scalare al buio i 50 piedi (oltre 15 metri) della fortezza: le persone a bordo stavano festeggiando il Natale alla bell’e meglio, con tacchino e sigari.

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Ricorda Michael Bates:

“Non ci fu alcuna violenza. Erano solo dei disc jockey – un paio di idioti. Gli abbiamo semplicemente detto: ‘Forza, vi riportiamo a terra’.”

Nelle settimane successive Bates e i rivali arrivarono a scontrarsi ben otto volte per il possesso del fortino, anche con l’uso di armi da fuoco.
Un amico di famiglia dei Bates, Walter Mierisch, che aveva passato anche lunghi periodi sulla piattaforma con Michael, ricorda che gli invasori delle altre radio erano soliti farsi vivi di notte, con rampini e corde, e sottolinea la pericolosità degli attacchi, sventati con bombe incendiarie, pistole e fucili a canne mozze, ma anche con un lanciafiamme piazzato in loco.

Nota: il testo che avete letto è un estratto, adattato, dal Capitolo 3 dell’ebook “Benvenuti a Sealand”, disponibile su Amazon, Apple iBooks e Kobo/Mondadori Store.

Tematiche: micronazioni,personaggi,Sealand Scritto da Nicola D'Agostino alle 23:00.

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